SANTA MARIA DEL FIORE

SANTA MARIA DEL FIORE

Da alcuni decenni in gran parte delle chiese italiane vengono comunemente utilizzati ceri in plastica, prodotti industriali costituiti da un tubo bianco in PVC (o Moplen a seconda dei casi) al cui interno viene inserito un lume ad olio ricaricabile che ha il compito di generare e alimentare una fiamma in corrispondenza della sommità del tubo stesso.

L'ampia diffusione di questi ceri è legata ai notevoli benefici che essi consentono di ottenere in termini di praticità e di risparmio di risororse. Infatti, oltre a non produrre colate di residui solidi sugli arredi sacri, non necessitano di essere continuamente sostituiti ma solo di essere di tanto in tanto ricaricati con dell'olio.

Cero in plastica. Il lume ad olio posto alla sua sommità può essere facilmente estratto e ricaricato.

Ciò comporta che splendidi ambienti monumentali ricchi di opere d'arte siano spesso deturpati dalla presenza di una moltitudine di tubi di plastica installati al posto dei tradizionali ceri, tubi che, oltre ad avere un impatto negativo da un punto di vista estetico, impediscono anche una piena e corretta percezione degli spazi architettonici.

Firenze, veduta della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del Battistero di San Giovanni 

Proprio per questo, nel 2010 l’Opera di Santa Maria del Fiore ed il Capitolo Metropolitano Fiorentino, le istituzioni che da oltre settecento anni presiedono rispettivamente alla conservazione della Cattadrale ed alla celebrazione del culto nella stessa, avendo a cuore il decoro degli ambienti sacri turbato dalla presenza di oltre novanta ceri in plastica, la metà dei quali di grandi dimensioni, mi hanno chiesto, quale esperto nella lavorazione di cere e materiali traslucidi, di cercare di creare dei ceri fatti di cera, come da tradizione, che fossero però in grado di sfruttare il moderno sistema di alimentazione della fiamma a mezzo di lume ad olio proprio dei ceri in plastica. Tali ceri, capaci di resistere al calore prodotto dalla fiamma del lume ad olio e quindi utilizzabili un numero indeterminato di volte, sarebbero divenuti un nuovo arredo permanente della Cattedrale.

Dopo alcuni mesi di studio e di prove sono riuscito a mettere a punto delle sculture cilindriche a corpo cavo, realizzate in un particolare blend di cere e rivestite internamente da un tubo in plastica trasparente, in grado sia di assumere la funzione di ceri alimentati ad olio, come mi era stato richiesto, sia di divenire delle suggestive colonne luminose Led.

Dettaglio di scultura a corpo cavo utilizzata come cero grazie al lume ad olio inserito al suo interno. Il sistema di alimentazione ideato ad hoc per la cattedrale è oggetto di brevetto per invenzione depositato.

"Vis et robur", una delle sette sculture realizzate per il dossale di Santa Maria del Fiore, esposta alla "Biennale light art" di Mantova in versione colonna luminosa led. 

Ha così preso il via il processo, tutt'ora in corso, di eliminazione e sostituzione dei ceri in plastica presenti in Santa Maria del Fiore e nel Battistero di San Giovanni, processo che, avanzando per aree, ha visto a partire dal 2011 la realizzazione e messa in opera in tempi successivi di quattro installazioni permanenti costituite in tutto da oltre sessanta sculture luminose in cera.

Gli interventi già realizzati all'interno del duomo di Firenze evidenziati in vari colori: in rosso "installazione Bandinelli", recinto del coro; in viola "installazione Brunelleschi", dossale dell'altare maggiore; in verde "installazione Ammannati", edicole delle statue del ciclo degli apostoli e dei profeti; in giallo gli interventi ancora da realizzare nell'area delle cappelle delle tribune.

Si tratta di un progetto di stampo tipicamente fiorentino caratterizzato da una particolare valenza culturale: anche nella cura di quelli che all'interno di un monumento così importante e vasto potrebbero apparire dei dettagli di secondaria importanza, si è infatti deciso di mettere l’ingegno, il progresso, al servizio della bellezza, ispirandosi al mirabile insegnamento di Filippo Brunelleschi che con la sua cupola, prodigio di tecnica ed estetica, rese unica al mondo la cattedrale e la sua città.

 

 

 

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